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PAU E SUO FRATELLO
(PAU I EL SEU GERMA)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 16 maggio 2001
 
di Marc Recha, con David Selvas, Nathalie Boutefeu, Marieta Orozco, Luis Hostalot (Spagna, 2000)
 
Come convivere con la morte? Contraddicendo l'andazzo tradizionale della Croisette fatto di palmizi, starlettes e fastidi grassi, in attesa del film di Nanni Moretti, ma pure di quello di de Oliveira, di Tsai Ming-Liang, di Cédric Kahn o di Imamura l'interrogativo che sembra percorrere in filigrana il cinema di mezzo mondo presente a questa sua festa balorda è proprio quello. L'elaborazione del lutto, il suo apprendistato. Il riappropriarsi della memoria: come valore che ci lega a coloro che ci furono cari. Ma, egualmente, a quella natura, a quegli oggetti, luci, atmosfere che furono loro. E delle quali i sopravvissuti continuano a nutrirsi; poiché conservano, conserveranno forse per sempre, l'energia, la carica degli affetti, l'impronta indelebile di coloro che sono scomparsi. Contenuti evidentemente elevati, non necessariamente espressi nel melodramma, nell'angoscia o nella negatività. Talvolta, addirittura con la leggerezza, la grazia, l'umorismo che sono propri della poesia.

Come nel precedente L'ALBERO DELLE CILIEGIE, visto a Locarno nel 1998, ecco allora che il catalano Marc Recha prosegue in PAU E SUO FRATELLO la ricerca di quei soffi misteriosi che ci legano ad un ordine che forse non è solamente cosmico, ma pure eterno. Dopo la scomparsa per suicidio del fratello, Pau parte da Barcellona con la madre: verso il villaggio perduto fra le cime dei Pirenei, dove il giovane ha vissuto gli ultimi anni. Tra le sue cose; ma, soprattutto, tra coloro che lo amavano. In quella stessa intimità che li univa, e della quale cercheranno di riappropriarsi, anche fisicamente, anche sessualmente. Cosi come ai chiaroscuri misteriosi della montagna, agli aliti di brezza che scendono dalle cime quando l'oscurità si introduce fra le case, ai suoni che rivivono quando la luce torna a farsi strada per i crinali. Echi di un ordine naturale, che avvicinano, come pochi altri, al cielo.


   Il film in Internet (Google)

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